Vasto, martedì 25 dicembre beh, se il consumismo ti impone ormai cinepanettoni del calibro di Matrimonio alle Bahamas, Una moglie bellissima, o Natale in crociera, anche mezzo metro merdoso, freddo, con vento teso da Nord e pioggia battente, con onde senza faccia (di quelle che non riesci neanche a mordere l'onda col bordo della superfrog, per intenderci...), che entri con cappuccio, calzari e rimpiangi di aver lasciato in macchina i guanti dopo esserti cambiato nel portabagagli,
beh,
anche quel mezzo metro alla fine ti fa sentire un po' meglio del resto del mondo!
che settimana... che swell... è cominciata con un lunedì ruggente, l'ho vissuta sulla testa martedì, è proseguita fino a domenica con gran finale. E' sabato 8 dicembre, si parte per Levanto, dopo aver messo da parte ogni pensiero di surfare a ponente... Becchiamo una delle giornate, a detta davvero di molti, migliori dello spot, con due metri potenti davanti al Casinò e il centro baia con condizioni double overhead e pochi coraggiosi in acqua. Troppa gente, in 10 metri quadri ci saranno state almeno altrettanto persone; mi blocco, ho difficoltà nei takeoff, resi ripidi e tardivi da un vento offshore che glassava le onde, ho bisogno di più rocker, o forse semplicemente vivo una giornata di quelle 'no' come direbbe Aurelio.... in sostanza la sera vado a letto senza quel senso di soddisfazione e piacere che porti a casa dopo aver surfato qualche bella onda. Agli archivi restano soltanto 4 onde insipide, qualche wipeout (di cui uno serio, che mi tiene giù per diverso tempo, e che ritengo la cosa più 'interessante' che mi sia capitata in questa session) e comunque una bella giornata passata con il resto della truppa in un contesto davvero straordinario. Ci raggiungono anche Luc con il suo amico bodyboarder Pietro e Walter, che in questa settimana ha surfato più di un local californiano! Bravo Aurelio, in una forma strepitosa, sfortunato Sirbony, che beve 10 litri di acqua e letame in uno sciaquone ma che in quel poco che è stato in acqua lo ho visto bene, un po' sottotono Kakko che in altre circostanze ne avrebbe prese dieci volte di più di onde...
tutto è relativo... se viaggi a più di mille km all'ora, ma sei rinchiuso in una cabina depressurizzata di un Airbus A380, il bicchiere di caffè poggiato sul tavolino davanti a te non ti si verserà sulle mutande (a meno che tu non sia seduto dietro ad un bambino ciccione rompiballe che si agita...) ma resterà fermo. Così come, Einstein insegnava, due gemelli che si separano, uno che resta sulla terra, l'altro che intraprende un trip interstellare viaggiando alla velocità della luce, invecchieranno in maniera diversa e, dopo 40 anni, non saranno più tanto uguali come quando si erano separati. E allora anche un minuto può essere molto diverso a seconda che tu stia comodamente seduto sulla poltrona di casa a guardare la tv o sott'acqua nell'inside di un posto che è risaputo essere piuttosto cattivo quando le onde rompono grosse e ignoranti sopra un catino bello pieno d'acqua (.... tropp'acqua!....vai al minuto 8:00).
Sta di fatto che quando Madre Natura decide di ricordarti che in fondo sei troppo piccolo davanti a più di due metri che si infrangono a pochi cm da te, è troppo tardi per pensare ad altro tranne che "ok, ti terrà giù per un po' e ti farà ballare, rilassati...". E allora vai giù, cerchi di non stupirti troppo per la violenza della centrifuga, per il fatto che cominci a non vedere più la luce dal fondo; semplicemente aspetti, con serenità tutta hawaiana, che tutto si sia tranquillizzato, cominci a risalire stile Le Grand Bleu di Luc Besson, piano piano rivedi la schiuma e.... SBAAAMMMM!!! ne arriva un'altra, a detta dei testimoni ancora più grossa.... l'effetto è quello di una tavolata sulla testa, rivado giù di nuovo, penso "ma vaff.... non ci credo...." il karma è decisamente rovinato, mi reimpongo di rilassarmi.... passa il minuto, torno su, non mi fido, prima di riprendere fiato mi guardo intorno, non c'è più niente.... Torno a riva con la schiena piegata, sputo acqua, guardo il vuoto per 5 minuti (anche quelli lunghissimi), un Amico mi prende e mi riporta dentro per cancellare la paura...
Alassio, giovedì 22 novembre Era da tempo che nel box ci entravo quasi di soppiatto, con aria colpevole, quasi a voler ignorare la presenza della 9.6, quasi a rifiutarmi di sentirla lamentarsi per non usarla da tanto, troppo tempo, a fingere di niente.... ma quello squared tail che faceva capolino dalla sacca, troppo corta, in cui l'avevo infilata prima del viaggio a Biarritz, sembrava volermi ricordare che il suo baffuto papà di El Segundo non sarebbe stato troppo contento a sapere che la cacciavo fuori solo per i mezzi metri flosci e mosci... Quale occasione migliore, allora, quella di uno scirocco duro che oltre alla pioggia battente, si portava dietro anche una mareggiata da quasi due metrozzi al largo e il ritorno sulla tavola di un amico per far ribagnare la single-fin? Bigiamo pertanto il lavoro e, dopo il consueto dribbling del traffico da tangenziale, ci immergiamo nella nebbia padana, destinazione ponente ligure. La forte tramontana ci fa in effetti preoccupare, ma in un attimo siamo ad Andora, dove senza nascondere lo stupore troviamo già in acqua una trentina di studenti universitari (e poi dicono che le università italiane non sono all'altezza...). Decidiamo pertanto di non scendere neanche dalla macchina e ci dirigiamo verso le spiagge di Alassio, sicuri di ritrovare le condizioni che qualcuno della gang anni fa aveva già potuto godere in una giornata epica. Il tempo di girare dopo il semaforo e set di un metro piu IVA al 20% ci salutano tubando e spruzzando ciuffi di vapore. In 2 minuti siamo pronti, sotto una pioggia battente e un freddo pungente (è ormai tempo di 4.3, non tanto per l'acqua ma per l'aria fuori...). La prima ora si rivela molto bella, le onde piuttosto difficili e tecniche, che ci mettono in difficoltà nel take off per il forte offshore ma non ci impediscono di schizzare velocissimi sui nostri muretti preferiti. La Tyler si rivela una tavola fantastica, nata per spot duri e crudi come El Porto ("if you can surf there, you can surf anywhere", mi disse un orco anche lui coi baffi due anni fa...) e nonostante il suo peso importante ti fa partire anche su riccioli dispettosi, a patto di mettersi un po' di traverso, grazie anche ai fantastici bordi, ingroppandosi l'onda per tutta la sua durata, su è giù, giù e su... Lo Slippa sembra altresì volare con le sue quattro alette, e convince il mio buddy che 12 mesi, in fondo, non sono niente davanti all'eternità... Purtroppo nella seconda ora la tramontana diventa davvero furiosa, con le sue raffiche da 25 nodi, e ci convince a chiudere così una splendida giornata che, con la sua aria lugubre e vichinga, le urla di meraviglia in piena scivolata fatte al compagno che sta risalendo (ragazzi che sinistra....) e una ferita al palmo della mano per aver tentato di fermare dal leash la tavola dopo un wipeout, ha decisamente lasciato un segno indelebile nella mia memoria e non solo...
Non ne avrei giocate due, ma una di palla si, a giudicare dalle carte che avevo visto prima di partire per casa: "questa è la volta buona che quel point mi regala un po' di magia..." E così infatti è: arrivo in stazione alle 5.45 am, un freddo pungente figlio della buriana notturna che, a sentire mio padre, ha svegliato anche i muri, mi accoglie alla discesa dal treno. Il tempo di arrivare a casa, salutare i miei, fare colazione e gli ultimi check su internet e sono già in auto, col superfrog ed il tappeto magico pronti.
Questa volta, mi dico, vado diretto, niente check al Porto o in altri spot. Subito dietro la curva, tra gli alberi, mi si apre il sipario di uno spettacolo che da tempo aspettavo: linee perfette e convesse, che partono dal trabocco e formando una pancia seguono tutta la costa della splendida baia fino allo scoglio. Onde sinistre di un metro, metro e mezzo solide percorrono questa linea completamente vuote! Ignoro i cartelli di divieto di chi, qualche decennio fa, abusivamente si è fatto la villetta nel posto, parcheggio la Clio nel mio solito posto e in 3 minuti sono pronto, con la vecchia e malandata rana pronta a fare il meglio di se per questo tanto atteso momento... Il tempo in acqua vola, mi restano in mente: la fatica per remare contro la corrente che ti allontanava in continuazione dal picco; l'acqua diventata marrone dalla notte prima per la pioggia che ricordava tanto il Pororoca coi suoi piranas e le anaconde, tipo 'a Palude del Caimano; le meravigliose, infinite sinistre che ti facevano correre per 200 metri (non mi era mai successo prima) salendo su e giù dall'onda alternando dolcemente bottom a cutback e provando una sensazione incredibile di controllo del mio vecchio anfibio; un noseride che è durato, credo, 30 anni, che mi ha fatto sentire come quel tizio con la barba che si narra un giorno abbia camminato sull'acqua di un "altro" lago; la totale solitudine in cui tutto questo si è verificato, a parte la presenza di due randagiotti, unici simpatici testimoni di questa indimenticabile giornata.
"I find a little locus of energy, a sweet spot, on the wave face and cross-step to the nose of my longboard. I'm only up there for a couple of seconds before the wave flattens and I have to backpedal, but that familiar noseride sensation - of having no surfboard in front of me, like walking on water or flying or, somehow, something in between - lingers, and I find I'm grinning like a fool as I kick out" - Allan C. Weisbecker, In Search Of Captain Zero, www.banditobooks.com
L'ho sempre pensato che gli italiani fossero un popolo intelligente, la conferma l'abbiamo avuta mercoledì sera quando, da perfetti italiani, quindi intelligenti, abbiamo deciso di partire il prima possibile per la tanto agognata, attesa meta che ci attendeva a 1180 km ad Ovest. Tutte le strade di Milano, anche quelle private, completamente intasate di auto di gente "che non ce la fa piu". Non c'erano alternative, quindi eravamo già preparati al peggio; anzi, partire più tardi significava arrivare al periodo "nero", quello delle 3-4 di mattina, prima dei Pirenei, quindi non c'erano cazzi....
Le due macchine destinate al trip riflettevano pienamente la personalità dei passeggeri che ospitavano.
Macchina di Kakko: passeggeri io e Lorenzo, allocazione perfetta, quasi maniacale, di bagagli (perfino un trolley... mi vergogno a dirlo... il mio) e tavole (due sopra, tre dentro con rocker combacianti e tali da consentire ampio spazio vitale ai passeggeri);
Macchina di Aurelio: passeggeri il Maggiore, Luc e Cassius, borse buttate in qualunque vano disponibile della Carnival, tavole tutte rigorosamente dentro, compreso il long che andava comodamente a poggiare il suo nose sulla testa del guidatore, costringendo quest'ultimo ad una posizione di guida praticamente impalata; la cuccia di Cassius unico spazio con parvenza di ordine dentro ad un mezzo che già in Via Friuli odorava di radici!
Il viaggio comincia male (con una scelta cannata all'unanimità dai membri della Kakkomobile di prendere la tangenziale anzichè V. Cermenate) ma prosegue sempre meglio, l'arrivo alla Cote è come un battito d'ali di una farfalla...
Cote des Basques - giovedi 1 novembre
L'arrivo alla Cote è sempre magico: non ti fa venire le formiche allo stomaco come quando arrivi in Versilia, non ti fa venire voglia di sbirciare come tra le aperture del tunnel che porta a Moneglia.... E' diverso, ricorda più la visita ad un luogo sacro, alla Mecca, dentro la Cappella Sistina, al San Siro... insomma, ti fa stare senza respirare prima di imboccare la curva di Villa Belza. Questo è vero sempre, ma lo è ancor di più quando arrivi all'alba: quelle onde che camminano silenziose, lentamente ed inesorabili come un esercito di elefanti, quella nebbia che separa la costa dal mare, quelle montagne sullo sfondo, e infine il Carlina. Il tempo di godersi dal muretto le onde che preannunciano 5 giorni di perfezione, e cadiamo subito in un sonno pesantissimo dentro le auto, dopo 11 ore di guida ininterrotta, con Cassius sempre vigile verso occhi indiscreti.
Al risveglio ci troviamo davanti Jacopo il Lottatore ed il suo amico Carmine, e l'immancabile monumento della Cote che è Jean del Carlina, il quale ci mette subito a disposizione una delle due camere. Tempo un paio d'ore abbiamo già la muta addosso e celebriamo l'arrivo con una bella session da 3 orette con un metro e mezzo abbondante, qualche bella sinistra che mi è rimasta impressa nel cervello, e le braccia di pastafrolla, anch'esse ormai un classico degli arrivi in mattinata a Biarritz.
La giornata scorre tranquilla, Suisso sfodera una collezione di grandi classici del cinema italiano (su tutti, Vacanze in America con il maestoso "A Peo.... ma vattenaffanculo!" con la mano in posizione Curva Sud di Fabio Ferrari). Terminiamo la sera al mexicano sopra la scalinata, vino pessimo, cibo con "ospiti", insomma una delusione.
Anglet - venerdi 2 novembre
Anglet è una figata di posto, non mi viene in mente niente di meglio da dire a proposito. Usciamo a Le Corsaire dove all'inizio le onde arrivano moscette e mal formate. Solo il Maggiore, con un'evidente botta di culo del principiante, si piazza nel punto migliore, più a nord rispetto al moletto. Lo raggiungiamo, chi prima chi dopo, tutti; io ci arrivo per ultimo dopo aver vinto una dura battaglia contro la corrente che mi aveva catturato nel molo, praticamente raggirandolo e raggiungendo riva dalle parti di Guethary.... A nord del Corsaire ci aspettano forse le onde più belle del viaggio, principalmente sinistre, lunghe, incredibili. Prendo la più bella destra con la mia fidata 6.4, torno al Carlina con un sorriso che neanche la chiusura pomeridiana inattesa del kebabbaro può sfilarmi e soprattutto torno con una nuova muta che manda in pensione la vecia Boz. La serata tutti a Le Surfing, si festeggia ad ostriche e rutti le onde bellissime del pomeriggio.
Cote - sabato 3 novembre
Il giorno dopo, come il Giuliacci aveva ampiamente previsto, la swell scende abbastanza, e la giornata si ricorda soprattutto per una surfata in long di tutta la squadra con mezzo metro alla Cote e serata a Le Surfing, questa volta a base di entrecote e croquette de serrano....
Cote- domenica 4 novembre
L'ultima giornata alla Cote è quella surfisticamente più intensa, incastriamo due session da 3 orette l'una, infischiandocene della marea; mattinata bella, con l'alta marea non avevo mai surfato alla Cote, e se la mareggiata non è troppo grossa devo dire che non è affatto male: onde belle tonde e panciute, che forse chiudono troppo, ma che regalano a tutti delle gran corse, ottimo soprattutto il Maggiore ormai a pieno agio con la Dinamo che fu di Da Brain. Aurelio prova il mio 6.4 per la seconda volta, ma questa volta ne resta deluso, forse a causa anche di onde veramente troppo mosce all'inizio per potercisi divertire. Anche la mia Jacobs fa un po' fatica a farmi partire (o saranno state le mie braccia fatte di cous cous??), ma d'altronde è nata per regalare qualche brivido in più su onde più veloci.... Le cose però andranno diversamente nel pomeriggio, con la marea che si abbassa e le onde che si impelosiscono per regalarci l'ultima grande serata prima di ripartire.... A pranzo il Maggiore ci stupisce con una selezione di formaggi tipici e marmellate acquistate a les halles, che innaffiate da vino rosso sempre transalpino favoriscono un improvviso appallozzamento che mette a serio rischio il rientro in acqua, almeno da parte mia. Neanche l'iperattività di Aurelio riesce a convincermi ad alzarmi dal letto; ci riesce invece Kakko che con un semplice scambio di occhiate mi convince a metter su i calzari, compromesso accettabile per farmi rientrare. KO solo Suisso che nel frattempo è stravolto dall'influenza che lo pervade da giorni e che si autopromuove fotografo di squadra... Il rientro pomeridiano si rivela azzeccatissimo: le onde si ingrossano rispetto alla mattina, e con il risucchio della bassa che arriva si incazzano. Ci spariamo 3 ore in cui il mare migliora progressivamente, finché non comincia a sputare fuori destre lunghe che si svolgono tipo J-Bay da davanti alle scale della Cote fino a qualche centinaio di metri più in la. Ogni tanto viene fuori qualche sinistra che ti fa letteralemente volare, come nel caso di Kakko e mio, con onde veloci e adrenaliniche. Restiamo in acqua fino a buio inoltrato, con le ombre della magnifica Costa che sembrano volerci salutare e con le onde che, a quel punto, non le vedi neanche arrivare, le senti e basta.... Il tempo di osservare dalla spiaggia bagnata due incredibili onde prese da Aurelio e da Luc e rientriamo in hotel, con le luci del muretto che allungano verso il mare le nostre ombre, segnando forse il momento più intenso ed emozionante di tutta la vacanza.
Si riparte- lunedi 5 novembre
E' arrivato anche il momento di ripartire; la Kakko mobile decide per una partenza senza puccio (a parte quello dei croissant nel caffè "olé") mentre gli altri componenti del gruppo decidono per un ulteriore bagno che, a giudicare dal mare che avevamo lasciato la sera prima, e dai resoconti di Aurelio, vale decisamente una partenza ritardata! Il nostro viaggio procede tranquillo, 11 ore passano via come se fossero minuti e presto ci ritroviamo a casa, con un senso di confusione e quell'immagine impressa della parete verde di vetro che si svolge davanti al nose della tua tavola...
ed ecco, temutissima (almeno per quanto mi riguarda) la pagella di Aurelio!
Ogni volta che siamo andati a Biarritz ci siamo divertiti, e anche quest’anno è stato così. Ottima compagnia, buone onde, tempo freddino, ma sempre bello. Devo dire che è stata una grande trasferta, forse tra le migliori. Era la prima volta che Fabio “il maggiore” veniva con noi e mi ha sorpreso veramente positivamente. Molto simpatico, gran casinaro, bestia disumana e anche il suo surf mi ha stupito. Mi dispiace molto che non siano venuti gli “storici” Prof e Cinghi ed il nuovo entrato King Pedrinha, con loro sarebbe stato il massimo. Maurì ha già detto tutto della vacanza, ma il mio punto tecnico sulle varie surfate non può mancare. E’ passato un po’ ditempo e non ricordo perfettamente il giudizio su ognuno di noi, ma in linea di massima è questo. Premetto che come è mia abitudine, lasciando decantare il giudizio, questo diviene quasi sempre più severo, ma è meglio così, fa crescere di più.
Eccovi i partecipanti in ordine d’anzianità.
Jacopo “The Doc”: continua a migliorare, il passaggio alla tavola nuova, che lo spaventava parecchio, è stato più che positivo. Ora deve perseverare e cercare di alzarsi prima sulla tavola, ne migliorerà sicuramente la corsa,anche se la posizione sulla tavola è già buona. Voto OK
Kakko: ha surfato bene, il sabato ha preso tutte le onde che passavano dalle sue parti, ne ha persa solo una e si è incazzato pure, questo è il Kakko che voglio vedere sempre. L’ho visto molto migliorato sulle sinistre, soprattutto quando ha la tavola corta sotto i piedi. Con il long si deve sforzare a fare qualche manovra più spinta, si adagia sul suo stile e fila via. Voto OK
Il Maggiore: ha sorpreso un po’ tutti, me compreso. Ha surfato molto bene per i suoi standard, e parecchie volte faceva dimenticare che era un “principiante”, vedendolo surfare non l’avresti mai detto. Sicuro, forte e resistente, come direi io una “Troncia”. Voto OK+
Aurelio: direi bene, purtroppo non sfrutta come dovrebbe il primo giorno, ma si rifà ad Anglet. Con le tavole più lunghe è meno stiloso sulle destre, ma si difende sempre. Voto OK
Luc: sulla tavola dice sempre il fatto suo. Peccato che surfa troppo poco sennò sarebbe veramente bravo. Secondo me è quello che tra noi è più portato, ma dovrebbe impegnarsi di più. Ha dato il meglio di se con la tavola 8’ di Fabio, surfando delle bellissime onde. Voto OK
Maurizio: forse vado controcorrente, ma a me piace più con la tavola corta che con la lunga. Prenderà meno onde, ma vederlo sull’onda è un’altra cosa come stile. A mio avviso poteva fare di più, soprattutto mentalmente, dato che si butta giù con troppa facilità. In questi giorni ha alternato belle cose ad errori da principiante, deve e può fare molto meglio. Voto =
Lorenzo detto “Suisso”: purtroppo è stato quello che ha dato meno rispetto a quello che sa fare. Troppe poche onde, e mancanza di cattiveria. Gli ho visto prendere anche delle belle onde, ma nulla confronto al suo potenziale. Peccato per quel giorno in cui non è entrato, che poteva, vista la qualità delle onde, essere il giorno della riscossa. A mio avviso, è uno dei più promettenti tra noi, ma qualche volta si “auto stanca”, deve credere di più nelle sue possibilità anche fisiche e massacrarsi fino all’esaurimento. Voto NO
"certe cose possono finire in tragedia!" Sistemando la mia hap jacobs nel box, prima della partenza per la zingarata basca di mercoledi con gli altri animali della surfers gang, ho provato personalmente la qualità di un prodotto che, sebbene possa far storcere il naso ai fondamentalisti del clark foam, ha il suo motivo di esistere.....
e oggi non mi riferisco al fatto che anche un 9.2 può diventare leggero e trasportabile quanto un fish lungo la metà, soprattutto quando ci si appresta a prendere il trenino per Malpensa le mattine fredde di marzo carichi come i muli, ma semplicemente al fatto che l'alchimista Randy French si è veramente inventato qualcosa di indistruttibile!!!
Prendete la mia 9.2 jacobs (vedi figura), inseritela in una sacca, e poggiatela lateralmente al muro del box, possibilmente male....
A questo punto indietreggiate, salite sul vecchio e pesante pajerone (*) e preparatevi a parcheggiarlo come sempre nel box; concentrandovi sullo specchietto destro, affinché non tocchi la parete, distraetevi a sufficienza in modo da non accorgervi che nel frattempo la sacca contenente la beneamata si è coricata "a ponte" ovvero con il pur minimo rocker ben puntato a terra. Il gioco è fatto: aprite la portiera per scendere e con l'orrore negli occhi notate come la macchina sia di fatto parcheggiata sulla tavola.
Sono attimi in cui la lucidità si perde, ma cominciate ad indietreggiare, con la lacrimona che vi scende già dalla guancia.... lo so.... è dura, quanto togliere una lama da una ferita.....
infine, scendete dall'auto, correte sul luogo del delitto, aprite in fretta la sacca e.....
Era tempo che non accadeva; era da tempo che Aurelio non liberasse al vento un "non c'è un caaaaazzo!".... E' riaccaduto domenica. I piani erano tra i più bellicosi: "only the braves", NordEst teso, cazzo duro, si viaggia dritti fino al confine..... Giusto il tempo di un rapido check ad Andora, che si rivelerà nelle condizioni migliori proprio in quell'istante, con un mezzo metro reso di vetro dalla tramontana, due persone soltanto in acqua; mai così determinati nel pensare "se è così qui, figuriamoci a Le Pirat! (secret spot... Ndr)"... e invece niente di niente, ci spariamo 150km tra andata e ritorno per ributtarci in acqua al molo della Cotes des Basques de noantri, nel frattempo affollatasi di piemontesi e con misura ancor più striminzita di prima.... Alla fine ci siamo comunque divertiti, la compagnia è quella di sempre, speriamo nella Cotes quella vera a questo punto...
e ora spazio ai contributi! (p.s. oggi la pagella di Aurelio, per evidenti motivi meteo, non sarà pubblicata...) Sirbony La vita è davvero strana, uno si alza la mattina alle 5,50 (dopo averdormito si e no due ore), alle 6,15 Arrivano Aurelio, Kakko e laCariatide.La merdaccia non fa a tempo a scendere dalla macchina che la pinna delsuo long sfonda la mia sacca (nuova di pacca) sfiorando la preziosaglassatura che ricopre la mia "Durlindana!".Partiamo, primo stop Andora, diciamo che il thc nei nostri corpi ciporta a valutare come "onde" delle micro frangenze a ridosso dellamassicciata di destra. La speranza è quella che, entrando in Francia ilvento ma soprattutto il passo d'onda sia più interessante.La Francia meridionale o "prodromi" della Costa Azzurra è un postodecisamente bizzarro, tra boulangerie e grannies 60 trassate alla JennaJameson, posti come Mentone, Rocquebrune, ed altri affini, hanno spessevolte regalato delle condizioni divertenti, quando magari fino aVentimiglia regnava la piatta...L'atmosfera che si respira da queste parti e sempre strana, ti fasembrare di essere arrivato a Biarritz, quando in realtà sei a 1km dalconfine con la città/dogana di Ventimiglia (posto che insieme aBordighera si gioca il primato in italia per i tentativi di stuproomosessuale e di suicidio di gruppo).Tentiamo un azzardo, ovvero appena entrati in Francia, dopo unavigorosa inversione a U, rientriamo per pochissimo in Italia giusto perverificare uno spot che sicuramente avrà delle potenzialità, unosplendido scenario, acqua cristallina, ma che purtroppo è piatto da farschifo.Presi dal sacro fuoco dello scivolamento liquido, decidiamo dirientrare in Francia e finalmente eccoci a Mentone:prima rotonda: 'na ceppa;seconda rotonda: 'na ceppa:arriviamo al nostro solito posto e con somma delusione ci accorgiamoche le dimensioni sono davvero penose, Andora sembrava Mavericks rispetto a quello che vediamo a Mentone.Non contenti e non potendo percuotersi ognuno il proprio scroto, datoche eravamo tutti seduti ed affanti, decidiamo di continuare, ilrischio sarebbe stato quello di ritrovarci a Cap d'Agde nota comunitanaturista a metà del Golfo del Leone...Ora io ho sempre desiderato surfare col "pappo de fora" ma farlo in unagiornata con atmosfere alla Dottor Sivago sincaremente vorreirisparmiarmelo...Convinciamo un indomito Spada a riportarci almeno ad Andora dovegiugniamo alle 11,40 (la prima volta ci eravamo arrivati alle 8,40) edecidiamo di entrare.Cercheremo di fare surf per un paio d'ore, naturalmente date lescarsissime condizioni, i ragazzi col long sono decisamente piùavvantaggiati rispetto a me che da nano quale sono, "me llevo" una 6'0"ed Aurelio con la sua 6'4".La 3/2 ci sta tutta perché una tramontana in intesificazione, ha resol'acqua fredda per non parlare dell'aria...Sarò sincero, sono il primo a gettare la spugna complice anche una"pinnata" auto-inferatami per fare il cazzone nell'insideinesistente...Mi consola di essere partito su due onde "fantasma" mostrando anchel'autorità di chiamarle a tipacci come Aurelio e il Prof e riuscire apartire.Questo significa che lo stato di forma persiste, e che per la Guadalupasarò pronto. Una giornata passata con gli amici non è mai negativa e surf a parte èstata una giornata davvero divertente.Il ritorno sempre con Spada al volante è filato liscio, dopo poco misono piantato gli auricolari e sulle note di Dream Catch Me del JackJohnson della Cornovaglia, Newton Faulkner mi sono appisolato fino allabarriera di Milano..Dal punto di vista tecnico non credo si possano azzardare giudizi,remare su gobbe di venti centimetri è roba da eutanasia.Però il gruppo, i panini del postaccio tarro [..."le Surfing di Andora"..., ndr], le patatine fritte, presidavanti al mare, cazzeggiando bellamente con i miei compagni diavventure, mentre tutta la Milano da bene stava chiusa in casaattanagliata dal freddo, ed un ritorno a casa ricco di soddisfazioni,la Ferrari che vince in mondiale piloti, il Milan che perde contro unasquadra di parrocchia, la moglie bona, insomma...... una gran bella giornata!!!Sirbony
Il piano era già pronto, il briefing telefonico e via mail del venerdì parlava chiaro: si parte prima dell'alba, solito giro con in più le "novità" di Joe, che non surfava da più di 6 mesi, e del Maggiore. Peccato però che quest'ultimo, dimentica di caricare la molla della sveglia... Partiamo senza Fabio, che dopo mezz'ora si accorge della debacle e ci raggiunge a velocità da elicottero sull'autostrada...
Solito stop a Moneglia, sufficiente a confermarci che quello spot sembra ormai non volerne più sapere di funzionare, con in aggiunta il fetido odore dei resti di un povero delfino ormai in putrefazione a riva; si riparte immediatamente per Levanto, grazie anche ad una fortuita combinazione di semafori verdi (diciamo anche rossi, va'...). All'arrivo sento una voce e riconosco un accento familiari: "ma non ge posso crede'!"... mi giro, mi ritrovo davanti Filippo aka "il dentista de Perugia", che avevamo conosciuto a Lohi's e che avevo già ritrovato, con il consueto saluto, anche alla Grotta in un indimenticabile giorno di maggio del 2006 a Vasto; il nostro eroe era arrivato direttamente da Perugia ("ma corendo, eh!?") la notte prima per surfare, merita di certo la condanna di landlocked almeno quanto noi... Facendoci largo tra la folla di longskates, didgeridoo, vans, e altre poserate che però fanno sempre molto Spaghetti/Cotes des Basques, ci affacciamo verso la baia, che ci regala set molto frequenti di unmetroemezzo/due e "solo" 40 persone in acqua. Dopo uno scambio di occhiate, ci cambiamo (bentornata 3.2!) ed entriamo in acqua. Ci aspetta la solita Levanto: set "normali" in cui si fa fatica addirittura a partire intervallati da bombe atomiche che sembrano la punizione divina per le orde di Bicconi che stazionano proprio davanti al punto in cui intendi fare il takeoff. Quando arrivano le bombe non ce n'è per nessuno, si salvi chi può, tutti gli altri a riva! Tralascio il commento "tennico" che lascio ai "tennici", ma voglio soltanto ricordare la bella giornata trascorsa insieme al resto della gang e tre belle sinistrone decisamente sopra i miei capelli su cui la Hap Jacobs sembra volare. Soul food to go....
L'angolo di Sirbony Moneglia non la voglio più rivedere. Dopo averci surfato decentemente il 1° Luglio 2005, tutte le volte che ci siamo passati ha regalato solo sonore inculate. Levanto, sto iniziando ad apprezzare il posto anche se per folla, posareggio vario e parcometri preferirei altri lidi. L'onda è strana il più delle volte te sembra di remare su un mostro di chissà quanti metri, poi ti metti in piedi e ti ritrovi a pompare su un moscione. A differenza degli altri sono entrato con lo shorty che dopo poco ho sostituito con boardshorts e corpetto (in acqua si stava ancora molto bene), ho preso le mie onde e mi sono divertito. Ho visto bene Mauri che palesemente col plasticone firmato si trova a suo agio, Auri al solito cannibalizza qualsivoglia frangenza che gli si presenti davanti, take off oramai molto efficace e discreta lettura dell'onda; deve riuscire a mantenere la velocità per poter affrontare la piega in tranquillità e riprendere la fase di stallo. La vecchia cariatide se l'è cavata egregiamente, col suo long azzurrino riusciva ad anticipare bene il take off. Il prof ha sempre una doppia utilità, perché quando c'è da radere a zero la line up affollata lui è il primo a puntare teste e tavole; il segreto e stargli vicino, lui parte, fa strage e tu parti tranquillo sull'onda successiva e te la fai pulita pulita fino all'inside. I cazzi sono a vedersi arrivare il pensionato che con un suo pseudo-stile in ogni caso efficace, parte tipo kamikaze ed i primi 6km di parete li fa senza una piega, che tradotto significa, mai stare seduto sotto al prof. Joe era molto che non entrava, ma ha dimostrato come fiato a parte il surf è come andare in bicicletta, ovvero quando impari non scordi mai come si fa. Ha pagato la mancanza di fiato e la tavola da provare, però le sue onde le ha prese. Anche per lui vale il secondo punto del Prof. Sottoscritto: non esprimo giudizi, perché sicuramente non sarei obiettivo, ho preso le mie onde, le ho fatte tranquillo fino alla fine e qualche accenno di manovra. Sto bene in acqua, non ho più problemi di fiato e mi muovo con sicurezza; qualche volta assaporo l'ebrezza di chiamare un'onda e di partirci sicuro. Per il resto le uscite della gang sono sempre il massimo e sicuramente saranno l'unica cosa che mi mancherà quando lascerò Milano. Gabriele
E finalmente la pagella di Aurelio...
Sabato fuori dall’acqua avevo dato un punteggio “professionale” ad alcune onde prese dal Prof e da Maurizio, ma il termine “professionale” implica votazioni un po’ troppo strettine per descrive un surfista “amatore”, quindi continuerò con la mia votazione classica.
In ordine d’età:
Prof: molto bene, belle onde, bello stile, uniche stonature sono l’essere un po’ statico sulla tavola, e che avrebbe potuto prendere qualche ondina in più. Da menzionare alcune onde prese in contemporanea con Maurizio e Aurelio, dove è parso sicuro e deciso, e un’onda stile Bonga Perkins dove era posizionato praticamente sul nose con la tavola a 200 all’ora intento a lottare con il lip. Voto OK
Fabio: entra un po’ spaesato e preoccupato di non rompere troppo le scatole ed infatti l’inizio non è dei migliori. Poi prende confidenza ed inanella una serie di onde discrete. E’ stata la volta che l’ho visto surfare meglio di sempre. Take off abbastanza buoni e discesa sicura. La strada da percorrere è lunghissima, ora è necessaria solo la costanza. Voto OK
Joe: era una vita che non surfava e si è visto. Un po’ apatico in acqua, faceva passare troppe onde senza prenderle, cosa non da lui, e le onde che ha preso le poteva surfarle un po’ meglio. Giudizio un po’ severo, ma il Joe visto sabato non è quello vero. Ora deve ritornare a surfare seriamente. Voto NO
Aurelio: la prima ora l’ha passata giocando con le paperelle in acqua a causa … va beh lasciamo perdere lo sappiamo già. Poi si riprende bene, prende molte onde, con un take off quasi sempre buono e discrete manovre a seguire. Da migliorare la ”cattiveria” durante la manovra e la mezza pompata subito dopo il take off, che quando le onde sono un po’ moscine, gli garantirebbe una velocità superiore. Voto OK
Maurizio: giudizio molto simile al Prof, belle onde, di cui una parecchio overhead, surfate con stile e padronanza del mezzo. Deve far girare di più quel tavolone, troppo statico per i miei gusti. Comunque si vedono i miglioramenti soprattutto in partenza. Voto OK
Cinghiale: purtroppo non l’ho visto molto, ma mi è sembrato un po’ sotto tono rispetto alle ultime uscite. Meno dinamico in acqua e ed un po’ remissivo. A mio avviso quando c’è tanta gente il cinghiale si preoccupa troppo e perde serenità compromettendo un po’ il suo surf. Voto =
ecco il resoconto dell'uscita intrasettimanale di ieri, rigorosamente in italiano!
Sirbony Mercoledì 19 Settembre:Per festeggiare il compleanno del noto "cinghiale" Gabriel "Wildboar"C... siamo andati a caccia di onde; destinazione Versilia.Il tempo di caricare le tavole, consentire al metereologo di svolgerele proprie funzioni corporali ed espellere il giusto quantitativo discorie, partiamo verso le 7,15.Lungo il tragitto a parte il traffico cittadino abbiamo riso escherzato a proposito di milfs, viaggi, musica e tutto quello cherappresenta il bagaglio di un vero soul surfer...Arrivati in Verisilia, più precisamente al Trabucco (noto spot dellacosta toscana), ci siamo resi conto che le condizioni non erano proprioottimali.Le onde sul metro e mezzo circa erano molto disturbate da unafastidiosissima corrente trasversale che ha reso difficoltoso illraggiungimento della line up anche ai più allenati.Lasciato il nostro amico Andrea in balia di se stesso e del marasmaAurelio e Swordfish riescono a passare il fronte di schiuma ed acquamerdosa per raggiungere il picco dove, Spada, extreme longboarder,riesce a prendere una sinistra notevole.Sirbo-Coppola invece dopo aver palesemente "cannato" l'entrata riesceanche lui a prendere al volo la spalla di una sinistra che si stavariformando nell'inside.Risultato?Dopo circa 60 minuti di lotta contro i frangenti, l'acqua di un belcolor merda di pastore alsaziano, decidiamo di uscire definitivamente.Una volta fuori, data comunque la bella giornata, ed il poco tempopassato in acqua, si decide di riprendere la macchina e tentare ilLevante Ligure.Levanto è un posto strano, molte volte ci si va di corsa, convinti ditrovare onde bellissime ed alla fine ci si trova davanti ad undesolante piattume; altre volte finiti per caso in quel tratto dicosta, si riesce a beccare condizioni favolose.Ieri non è stato certo il nostro caso, una volta arrivati a Levanto cisiamo accorti che il meglio, questo spot, l'aveva già regalato.Quello che restava era un picco minuscolo con 3 long bic ed un piccologrommet su una soft top gialla.Il Cinghiale, come in Versilia sfida l'aria non più estiva, entrando apetto, stessa cosa per Aurelio, Spada, decisamente più avveduto entracol suo bel top mentre Andrea (grommet per un giorno) entra con loshorty.Il tempo di arrivare al picco ed ecco che Gabriele, sfruttando unottimo stato di forma, una sconfinata conoscenza dello spot e dellemigliori tecniche di scivolamente acquatico, parte con un perfettotiming, su una mini destra che però sfrutta al meglio fino alla fine.Lo stile è sempre quello inconfondibile del cinghiale, ovvero quellagiusta via di mezzo tra Slater, Tom Curren, Andy Irons e perchè no,Joel Tudor...Maurizio col suo Hap Jacobs in tuflite si diverte ad anticipare tutti esi regala delle belle corse, compresa una col cinghiale ricordandovagamente il "volo folle " delle Freccie tricolori...Aurelio sostituisce la sua short con una retrò mela verde, decisamenteefficace sulle onde inesistenti, i channels così come la pinna centraledi dimensioni spropositate, unite ad un tonnellaggio pari a quellodella Queen Elisabeth II consentono anche a lui un notevole anticipo suifacili breaks Levantini.Andrea è stanco ed infreddolito, decide di uscire e mostra la sua"fisicanza" da esperto lottatore di brazilian jiu jitsu per farsirispettare con notevole anticipo dai vari locals.Alla fine della fiera, dopo 3 orette di bagno decidiamo di uscire ededicarci alla riscoperta delle gemme culinarie del posto, che vuoldire, focaccia allo stracchino per il cinghiale (che deve mantenere unaflora intestinale sana), focaccia al pesto per l'indomito sword, pizzae focacce varie per gli altri.Gelato e tra una battuta sul "magma prostatico" e avvenutre che ancoraci aspettano, riprendiamo la strada verso casa.Il resconto è facile: per il sottoscritto giornata epica, passata incostume quando il resto del mondo è chiuso in ufficio, a divertirmi coidel cari amici coi quali è sempre una goduria andare a surfare.Non potevo passare miglior compleanno : 2000 anni fa a 33 anni ti inchiodavano su una croce di legno, oggiavendone la possibilità gli amici ti portano a surfare...Unica nota dolente, traffico in delirio e quasi 4 ore per compiere latratta Levanto-Milano più giro di consegne a casa.
e per finire, la mitica pagella di "coach" Aurelio:
Cinghi: sta vivendo una seconda giovinezza surfistica. Molto più tonico rispetto al passato, riesce a esprimersi a buoni livelli. La sua caratteristica non è quella di prendere 200 onde, va bene che è più fisicato, ma non è ancora al 100%, ma senza dubbio le onde che prende se le surfa bene. Non grandi manovre, ma ottima posizione e buon stile. Nel mio personalissimo cartellino un bel OK* (tradotto per i profani "meglio di OK"). Ora l’importante è che continui a lavorarci su e non inizi a gigionarsi su quanto raggiunto.
Spada: ho visto anche lui più preparato fisicamente, anche se a suo dire non è così. La cosa importante che nel marasma versiliese raggiunge la line up col suo long con un po’ di difficoltà, come tutti, ma in un tempo più che decoroso, mesi fa non ne sarei stato così sicuro. Purtroppo al Trabucco ho perso la bell’onda che ha preso, ma a Levanto l’ho visto completamente a suo agio sul “plasticone”. Belle corse, bel controllo della tavola, discreto cross stepping. Deve migliorare l’uscita dall’onda. Voto OK
Andre: purtroppo ha beccato condizioni veramente proibitive al Trabucco. Lotta per un’ora tra i frangenti, come se avesse fatto 5 combattimenti continuati di Jiu-Jitsu con Leo Viera, Shaolin, Marcelo Garcia, Jacaré, Roger Gracie. Riesce comunque ha prendere due schiumoni, che gli valgono la giornata. Purtroppo entra a Levanto ormai distrutto e dopo poco abbandona, preda dei congelamenti stile Fantozzi. Comunque un grande, non so quale principiante sarebbe entrato con quel mare catastrofico. Voto OK
Auri: direi bene, continuano i progressi, è sempre più sicuro e il suo stile da orso gravido sta migliorando. Bene fisicamente, prende alcune onde in Versilia con la sua 6’4” di cui una corsa anche bene. A Levanto entra con la tavola retrò di Spada, e si trova da Dio. La tavola è perfetta per quelle onde un po’ piccoline e si fa delle belle surfate. Voto OK
La legenda dei voti è:
OK*: molto bene
OK: bene
=: così così, ne bene ne male
NO: male
N.B. I voti dipendono da come va uno di solito e come sono le condizioni del mare.