Monday, July 26, 2010

the blog is back

Versilia, 25 luglio 2010

che si riapra il blog, diàne, che si riscrivano le sensazioni, le emozioni, i rodimenti di 'ulo, che questa pratica che ci ha catturato riesce a regalarci!

Dopo due mesi e mezzo di fermo obbligato, non c'era occasione migliore di rientrare in acqua che al Kakko's break con gli amici di sempre e il mio tavolone preferito singlefin....

e, a coronare questo momento di ritorno alla poesia, persino Attilio a bordo di un fantastico long US Army....

Charly don't surf...

swordfish

Monday, November 17, 2008

Tre uomini in furgone

Alassio+Andora, domenica 2 novembre

In buona sostanza, i protagonisti della vicenda sono tre uomini (uno svizzero, un abruzzese e un pugliese-piemontese-milanese) e un furgone bianco. I tre uomini viaggiano sul furgone fino alla costa ligure. Sulla strada chiacchierano molto piacevolmente. Al pugliese-piemontese-milanese scappa spesso la pipì. Dall'autostrada, si vede che il mare c'è, con delle righe da sud est non perfette ma promettenti.
Poi arrivano ad Alassio. Tutti e tre gli uomini vivono di un'illusione, una chimera, una promessa mai mantenuta: trovare le condizioni di Alassio "on fire". Si badi, per Alassio si intende quello spot che sappiamo, non certo il pontile, affollato e grossolano come un ipermercato di provincia.
Dopo una mezz'ora che lo si guarda, lo spot in questione sembra promettente, anzi sembra quasi paragonabile al mitico, favoleggiato, indimenticabile Alassio "on fire" di qualche anno fa. Ma l'occhio della mente tira scherzi birboni. Non c'è scirocco forte da 3 giorni, solo da poche ore. Il periodo delle onde è troppo corto, la loro estensione è disturbata dal residuo moto da ovest che incrocia sottopelle. Bad JuJu, vibrazioni negative voodoo perturbano il placido golfo di Alassio.
I tre uomini ne fanno le spese, il furgone per fortuna no. Onde doppie, onde che alzano una faccia di due metri per poi scomparirti sotto la tavola, mentre remi. O anche peggio: ho preso io stesso un'onda di almeno un metro e mezzo fatta di vinavil. Ti alzi, sotto hai una discreta pendenza, porti il peso avanti per scendere e prendere velocità, ma niente. Rimani appiccicato alla parte alta dell'onda, scivoli al rallentatore, segui l'onda ma la tavola arranca, bolsa e stolida. Poi l'onda si affloscia, e fine. In alternativa al moscione, si palesano spesso chiusoni impietosi.
Insomma, non ci siamo: il Cima è quello che si difende meglio (fieramente piazzato ai comandi del suo fish) , ma dopo qualche onda a testa tutti si rendono conto che non è cosa.
Piano B. Asciugamano sul sedile e, irritatis mutatis (ovvero con la muta addosso ad irritare l'epidermide) ci si dirige ad Andora.
Andora, diciamocelo, è come una scarpa vecchia. Brutta, consumata, la metti quando piove e non devi fare colpo su nessuno. Però è comoda.
E così, su onde comode sul metro e mezzo "e lascio", prosegue la giornata dei tre uomini e del furgone. Cimaracing sempre più competitivo sul suo fish, Dottor Bonasia si diverticchia con la single fin 7'9" super retro recuperata nel box del nonno, Spadaccino parte poco convinto ma poi arriva al finale col botto, restando in mare almeno mezz'ora più degli altri con il suo longboard Jacobs. Non voleva più venir via, giuro. Insomma una giornata non perfetta, ma simpatica.
Il recupero delle capacità operative si è svolto al "baretto surfistico che ogni volta non ci piace anche se non capiamo bene cosa ci sia di sbagliato" (a pensarci è facile: gli avventori, tutti posers senza rimedio). Ritorno a casa sotto la pioggia, ma con chiacchiera ai livelloni, e furgone che fa le fusa.
Ogni volta si impara qualcosa, forse stavolta abbiamo imparato più cose del solito.

report by db

Monday, October 20, 2008

Cantabria: Barbarie e Nobiltà

di seguito il report della settimana cantabrica di DB e Federica:

enjoy....


Dopo qualche giorno in Cantabria, la tua stessa cacca puzza in modo diverso. Barbarico. Probabilmente perché hai mangiato quantità iperboliche di bisteccone di uro di altamira e non di mucca di poliuretano padano.
Così, giri per le campagne ballonzolando su un furgone (la Hertz ci ha gentilmente fatto un upgrade allo stesso prezzo), continuando a stupirti per quanto le mucche siano muccose, i cavalli cavallosi, gli alberi alberosi eccetera eccetera.
Alla sera, l'avventura prende una piega imprevista: trovare un ristorante aperto in un martedì di ottobre è un'impresa degna di essere raffigurata su un graffito rupestre. Poi alla fine trovi una trattoriaccia urfida, dove un'orchessa rustica come la moto di Lorenzo ti porta la carnazza più buona del mondo. Se ci aggiungi un'insalata, te la caricano di cebolla, così alla fine anche la tua fiatella comincia ad essere cantabrica al punto giusto. Insomma, dire che si mangia bene è come dire che Kelly Slater è un bravo surfista: si pecca per difetto.
A digestione avvenuta, viene fuori il lato nobile di questa terra: la seconda volta che ci vai, la burbera orchessa ti farà le feste come un bobtail, sempre in modo semplice e sincero. Barbaro e nobile, ci siamo capiti.
Effettivamente in Cantabria, il raffinato cittadino di Santander convive perfettamente con il rude contadino di Ubiarco. Ubiarco è un ridente paesino dove l'attività principale consiste nel guidare potenti trattori con a rimorchio grossi serbatoi pieni di sterco liquido. Il divertimento arriva quando si apre il valvolone e lo strame esce allegramente a spruzzo o a cascata, inondando il prato e la sede stradale. In realtà di paesini come Ubiarco ce ne sono a decine, tutti con la loro brava trattoria, i loro trattori con rimorchio... E spesso con il loro spot.

Io e Federica siamo stati 9 giorni in Cantabria, dormendo in una ultra-confortevole posada a Noja, a una trentina di km da Santander. Noja, esteticamente, sembra un po' Andora: casone moderne sparse su una zona pianeggiante. Diversissimi da Andora sono i due spot locali: Playa del Ris, che è un bel beach break consigliabile con mare grosso (è molto riparato dai venti da est e da ovest), e El Brusco, che è la versione locale di La Graviere a Hossegor, senza i ciottoletti ma con tanti tubi. El Brusco funziona di rado, rompe vicino a riva e non è facile da surfare, ma è proprio caruccio.
Anche questi due spot, come quasi tutti gli altri della Cantabria, sono situati in baie o spiagge di rara bellezza, con roccioni, dune, prati verdi e sfondi mozzafiato. Volendo uno spot esteticamente brutto (si sa mai) c'è lo spiaggione di Laredo. Perfino la lurida cittadina di Santona ha una spiaggia bellissima, quella di Berria.
Ecco il mio diario:

Sabato: Playa del Ris a Noja, due metri solidi, tavola Jalaika 6'3". Tende al close out, ma se azzecchi l'onda giusta... baaaaaam, eccoti una destrona lunga e perentoria, dove sparo un manovrone frontside che mi fa sentire subito bene. Insomma, onda un po' matranga*, ma giornata decisamente boga-boga*.
Nel pomeriggio andiamo nei dintorni di Los Locos a ritirare la Jalaika 6'5" round-tail che avevo ordinato in giugno. Lo shaper è un tipo, che ve lo dico a fare, barbarico e nobile. Gentilissimo, simpatico, fiero 44enne con panza di rappresentanza, mi porge la tavola con t-shirt e sacca morbida in regalo e una mezz'ora di chiacchierata impagabile. Il mio spagnolo e smozzicato e penoso, ma con lui ci si intende. Gli chiedo se ha un bagno, come sapete sono un piscione. Lui stacca dai cardini la porta sul retro del capannone (giuro, si apre così!) e mi indica un gabinetto dicendo "Aqui esta. Però yo prefero hacerla en el campo" o qualcosa del genere. Mi adeguo e, lontano da sguardi indiscreti (tranne quello di una mucca marrone) piscio nel prato infinito guardando il tramonto.
Tra parentesi, le deiezioni all'aperto saranno una costante della vacanza barbarica-cantabrica.
Lo shaper, che si chiama Neptu (uno shaper con un soprannome vale il doppio), mi vieta di usare la tavola nuova in onde piccole o brutte e ci saluta. Bravo cristo davvero, e le sua tavola azzurra è la mia preferita. Sarà così anche per la nuova tavola gialla?

Domenica: Playa de El Brusco, un metro e mezzo abbondante e molto tubante, tavola 6'5". Visto che il mare rimane abbastanza grossino, cercherò di provare la nuova tavola. El Brusco comincia a funzionare con la marea alta (con la bassa è solo shore break), e in generale non è uno spot intuitivo. Per fortuna due tizi del posto entrano e mi dimostrano la fattibilità della cosa.
La nuova tavola è più sicura in partenza e più stabile della 6'3", e solo leggermente meno manovrabile. Per fortuna, perchè qui si tratta di fare un take off ripidissimo, posizionarsi subito e cercare di prendere molta velocità. Pericoli zero, intendiamoci, il fondo è di sabbia e la misura è gestibilissima, però se sbagli partenza l'onda è solo un close out, se l'azzecchi tutto può succedere. E infatti succede. Dopo 6 o 7 onde così così, infilo un tubazzo veramente boga-boga*, in backside. Come sapete, io di tubi "usciti in piedi" non ne ho mai fatti finora, e invece stavolta esco in piedi dopo una breve ma intensa copertura. Sono così sbalordito che mi faccio abbattere come un tordo dalla sezione seguente. E' Riccadonna: che tubo, che tavola, che onde, che giornata!
Lunedì: Playa del Ris, uscita di routine. Piccola folla di 15 ragazzini, caso più unico che raro in questa vacanza dove spesso ho surfato con intorno 4 o 5 persone al massimo. Onde mediocri. Probabilmente è colpa dell'ora e del giorno di festa (non so che festa fosse, in Spagna sono ganzi e ne hanno un sacco.)

Martedì: San Vicente de la Barquera, andando verso ovest. Play del Meron, un metro pulito ma non indimenticabile. La 6'3" se la cavicchia, ma ci vorrebbe un bel fish.

Mercoledì: Playa de Somo, un metro scarso ma iper-glassy. Belle destre alla secca creata dal relitto arrugginito, con la 6'3". Giornata piccola ma veramente a ciccio*, con un sole splendido e la sensazione di saper fare qualche manovra, finalmente. Certo, specie in condizioni facili, senza nessuno intorno eccetera eccetera. Bello, comunque.

Giovedì: riposo surfistico, visita a Bilbao e Zarautz. Paesaggi incantevoli dell'entroterra. La puntata a Zarautz aveva lo scopo di verificare la posizione di certi appartamenti per eventuali soggiorni estivi. Purtroppo la situazione logistica non è joppolo*.

Venerdì: giornatona boga-boga* a Los Locos, con due metri e vento da terra. La tavola gialla va a cannone, prendo diverse onde in modo accettabilmente joppolo*. Minchia papà, che tavola, quel Neptu lo assumo fisso.
Grande sensazione di potenza e di cazzutaggine di questo spot, che forse è quello che mi piace di più. Con venti dal quadrante E mi sembra sempre l'opzione migliore. Nel pomeriggio si affolla molto, ma potendo surfare di mattina, prima dell'uscita da scuola o dell'intervallo lavorativo...
Tento di acchiappare un tubo frontside partendo molto vicino al roccione, ma non c'è verso. Federica, sempre attentissima nel ruolo di coach, mi dirà poi che anche i due locals e il giovanotto di Civitavecchia che erano in mare con me ci hanno provato ma non riuscivano a prendere il tempo giusto. Mal comune, mezzo gaudio. Ad un certo punto, droppo un tizio. Oddio, è il gestore della pizzeria dove abbiamo mangiato sere prima! Mai droppare il pizzaiolo!!! Esco velocissimo sulla spalla e mi levo quickly dalle pelotas: la droppata più elegante della mia carriera. Che stile, il Dottor Bonasia!

Sabato: Playa de Somo, pucciata di routine.

Domenica: esploriamo la zona di Liencres. Lo spiaggione di Valdearenas è forse lo spot più bello dal lato paesaggistico, e non che gli altri siano brutti.
Però mi gioca un tiro mancino: ormai la marea è troppo bassa e il mare sta crescendo, gli altri surfisti stanno finendo la loro session... verrebbe da pensare che è meglio cambiare aria, ma io sono un boga-boga* zuccone. Come dice il poeta Francisco de Quevedo nei romanzi di Perez-Reverte "No queda sino batirnos", che vorrebbe dire "non ci resta che batterci". Così entro in una strana situazione dove non c'è una line-up definita, e dove a qualche paretina da un metrello, pulita in apparenza, si alternano dei set sempre più frequenti che accennano a fare un unico close out. In una baia di due chilometri.
Nel dubbio, prendo la 6'3", ma tanto non è questione di tavola, è questione di culo.
Alla fine, il mio culo si rivela modesto: tre ore di battaglia, tre uscite , tre onde di cui una buona sui due metri e qualcosa ma ghigliottinata dalla sezione, una brutta e una con takeoff e faccione su un onda super matranga* di quasi tre metri, piena di buchi, sezioni, boils, chop, rips e sa il cazzo cos'altro. Dopo di che, mezz'ora di sbattimento per rientrare controcorrente. Gli altri due o tre infelici miei compagni di sventura, annaspano un po' meglio di me, ma mica tanto. Vedere gli altri che si divertono in questi casi ti fa sentire malissimo, e per fortuna questa umiliazione mi è risparmiata: anche il più cazzuto prende delle saraccate imperiali e rientra. Per la cronaca, ho preso sulla testa un set di grossi close out che credo sia da record: alla decima onda ho smesso di contare, sarà stato un set di 14 pappine. Matranga*!
Un' ultima giornata non proprio boga-boga*, ma almeno parto stanco, felice, e pieno di voglia di riprovare questo spot con condizioni ideali.

Io in Cantabria ci torno la primavera prossima. Spero anche voi.


*Glossario di termini specifici di Andrea e Federica

Boga-Boga: si può tradurre con molto ma molto figo, così figo che più figo non si può. Se applicato alle persone, solo io e Federica siamo dei veri boga-boga. Gli altri, benché simpatici come vosotros, al massimo sono boga.

Matranga: cosa, persona o onda forte, cazzuta, potente. Significa anche grezzo e rozzo, ma sempre con una sfumatura di rispetto.

Joppolo: esprime positività e serena felicità. Può servire come pacata esclamazione o come avverbio aggettivante. In realtà, va bene in quasi tutte le situazioni.

A ciccio: come si deve, a modo.

un ploff, come quando te tirano la medusa sulla schiena per farti no scherzo!

Levanto, 5 ottobre

Classica giornata levantina, con mareggiata un po' disturbata che non sembra doppiare il bel sabato precedente, dove il Prof, il Maggiore e Aurelio si erano divertiti in mezzo a non troppa gente.
E' giorno da fish, siamo i soliti (Io, DB, Kikko, Kakko, Aurelio) più Fede che si gode almeno una bella giornata di sole. Un breve stop in Versilia al Kakko's break e subito diretti al parcheggio di Levanto, dove il fenomeno dei L.P.P. (Levanto Prking People) non manca mai di stupirci, con gli occhiali Ray Ban Wayfarer fluo anni '80, i long skate da usare rigorosamente scalzi, i didgeridoo e i furgoni che puzzano di piedi....
surfisticamente parlando, scopro quanto bello e impossibile sia il mio quad, facilissimo da usare in condizioni choppettose e non piccole, ma una vera saponetta quando ci si salta su (ha pur sempre 4 pinne). Prendo delle onde velocissime (non ho mai scivolato sull'acqua così velocemente come questa volta), lo vede persino Fede dalle panchine del parcheggio, Jr e Sr si divertono al Casinò, raggiungo anche DB ed Aurelio a centro baia dopo aver attraversato lo stretto di Magellano, dove arrivano le onde piu divertenti, piu ripide della giornata.
alla fine la cosa che piu lascia il segno è un pizzico di una maledetta medusa nell'unico punto scoperto dalla 3.2, il collo del piede.... sono passate 3 settimane e mi gratto ancora....
Niente male, direi...

..... mo' sciete arrivati col pulmenn ???

Marina di Ravenna .... pardon .... di Romea, una domenica di metà settembre

Finalmente ci togliamo lo sfizio di provare il nord adriatico, dopo ripetute boutade mie (che modestamente di adriatico.... ehm...) e di Kakko che la sua adolescenza l'ha passata a colpi di rime Dantesche e piadine allo squacquerone....
La botta di NE, fetch di circa 500 metri, sembra promettere un metro divertente, le webcam del Bocabarranca piu o meno pure... ci armiamo di long e partiamo! sulla Kakkosmobile siedono Sr, Jr, Suisso, DB e yours-faithfully, sul tetto riposano prima della battaglia i piu classici dei classici che possono uscire dai nostri box/cantine.
Arriviamo a destinazione tra magoni di Kakko e magheggi del gps della nuova kakkomobile, attraversiamo la pineta a fianco al fiume e ci attende un'atmosfera KAFKIANA, cielo grigio, freddo e furgoni VW a gogo.... sembra un po' di essere tornati indietro agli anni della scoperta del surf da parte mia, tanti luoghi comuni, ma anche un'atmosfera rilassata.... insomma, decidiamo che ci piace! In acqua una folla di longboard pronta peraltro alla gara del Suino di cui sono disponibili le foto su questo sito.
Ci buttiamo in acqua per una session che si rivela molto divertente: se la godono tutti, Kikko parte su ogni cosa che ricordi un'onda, io e Suisso sforniamo un nose ride a unisono che si conclude con tragico schianto delle mie due tavole (la jacobs in mano a zu'biondo, la tylerozza sotto i piedi del "paladino dell'adriatico" come mi ha ribattezzato per l'occasione DB), DB che si sforna qualche simpatico hangfive tra gli occhi di locals simpatici e goderecci nella miglior tradizione romagnola, che ci accolgono con la frase che fa da titolo a questo post. Ma alla fine, nella personale classifica del gruppo, ha la meglio decisamente Kakko, che con la sua fida Dinamo riesce dove nessuno mai prima e si porta a casa ben 5 punti, che per ricordo decide di appiccicarsi sul gomito!

Gran bella giornata,

direi un bell'ok/ok+ a tutti, inclusi gli infermieri del pronto soccorso di Ravenna che hanno ricucito lo Zio!!!

Tuesday, September 9, 2008

La mia, personale, ricerca di Capitan Zero

Montauk, mercoledì 3 settembre
...da qualche parte,
alla fine della strada,
non chiedetemi come,
ma ci sono riuscito...

Sunday, August 17, 2008

Sotto il nose, niente... di buon'ora


"El Porto", sabato 16 agosto, "lu jurne de Sant Rocc..."

La più bella conferma che il nuovo trabocco costruito sul moletto del porto avesse migliorato la secca l'ho avuta dai miei amici localz ("le onde qui al porto sono peggiorate, non sono più come una volta...") a cui consiglio vivamente di viaggiare un po' di più ed informarsi... la mareggiata di scirocco di venerdì è finalmente girata da grecale e sembra che questo, alla nuova secca, piaccia parecchio. Entro in acqua prima delle 8 di mattina, fresco fresco di traversata via treno. Fino alle 9 il mare è bello carico, con il vento che soffia da sudovest, quindi offshore, in prossimità del jetty e anche a centro baia dove, armato di superfrog e turbominchia (scelta obbligata, dopo varie ore passate nei giorni scorsi ad innamorarmi dell'acid surf di Alex Knost grazie alle dozzine di dvd che mi ha lasciato db per l'estate milanese) mi sparo onde a centallora con una bella spallona che tiene fino alla fine e ricorda per le forme ed i colori nientepopodimeno che quel di Finale. Soprattutto al moletto il forte backwash e la corrente di riflusso alzano l'onda al momento del takeoff ben oltre il metro e mezzo regalandomi, quando impreparato, discreti shampi... Dopo le nove il mare scende un po' e si regolarizza e finalmente c'è spazio per provare a chiedere qualcosa in più al mio noserider; nelle destre giuste, con il takeoff azzeccato, riesco a tirar su il nose il giusto tempo necessario per sfruttare lo stallo e correre davanti... il più delle volte questo si traduce in rovinose cadute, ma una volta, magica, entro finalmente in contatto con il divino, grazie all'etere che si concentra in quello spazio vuoto tra la parete dell'onda ed il mio nose su cui arrivo con le mie gambozze rigide, tremolanti e timorose dell'avventato passo.
Il tempo si ferma...

Quando mi risveglio è già ora del richiamino pomeridiano: in acqua ritrovo Paolo, un local di Banzai nonché marito di una ragazza del luogo e in visita a suocerame vario, con cui entro subito in sintonia, e Ciro; in tre ci spartiamo delle onde ancora bellissime e, oserei, perfette almeno nel takeoff. Belle destre (riprovo a recuperare la magia del mattino, ma non ottengo lo stesso mistico risultato) e una bella sinistra veloce e lavorata fino alla schiuma finale...

Direi che può bastarmi per una lunga pausa fino a metà settembre...

e prima di ieri...
Prima di ieri, c'è stato tempo per altre due uscite Vastesi ed una Versiliese:
la prima a Libertini il 12 luglio, di rientro dalle botte di Bali, con un mezzo metro da scirocco che mi riconcilia con la nobile Arte;
il sabato 19 luglio in Versilia, con db e me medesimo impegnati a mettere in acqua i pesci californiani (era il primo bagnetto per il mio quad) in condizioni un po' disordinate ma abbastanza impegnative e che hanno rivelato subito i punti di forza della meraviglia di zio Bob Mietsven nonostante la non grazia di chi ci stava sopra;
la domenica del 27 luglio, con un metro sporco da Nord surfato al Porto in compagnia di Peke che è venuto a trovarmi con l'allegra famigliola; una bella domenica dove siamo riusciti a tirar fuori qualcosa di buono e soprattutto divertente da condizioni non eccellenti, e culminata con una grande abbuffata in casa Sword.

insomma, una prima metà dell'estate, "quella da tg4", che mi aspettavo più povera di onde e che invece mi ha fatto divertire...

E intanto dalle coste lontane dell'Atlantico giungono voci di tavole all'eucalipto che si rompono sotto la furia di swell potenti... aspettiamo i resoconti!

sempre vostro