Thursday, November 15, 2007

La Grotta, finalmente

la "Grotta", sabato 10 novembre 2007

Non ne avrei giocate due, ma una di palla si, a giudicare dalle carte che avevo visto prima di partire per casa: "questa è la volta buona che quel point mi regala un po' di magia..."
E così infatti è: arrivo in stazione alle 5.45 am, un freddo pungente figlio della buriana notturna che, a sentire mio padre, ha svegliato anche i muri, mi accoglie alla discesa dal treno.
Il tempo di arrivare a casa, salutare i miei, fare colazione e gli ultimi check su internet e sono già in auto, col superfrog ed il tappeto magico pronti.


Questa volta, mi dico, vado diretto, niente check al Porto o in altri spot.
Subito dietro la curva, tra gli alberi, mi si apre il sipario di uno spettacolo che da tempo aspettavo: linee perfette e convesse, che partono dal trabocco e formando una pancia seguono tutta la costa della splendida baia fino allo scoglio. Onde sinistre di un metro, metro e mezzo solide percorrono questa linea completamente vuote!
Ignoro i cartelli di divieto di chi, qualche decennio fa, abusivamente si è fatto la villetta nel posto, parcheggio la Clio nel mio solito posto e in 3 minuti sono pronto, con la vecchia e malandata rana pronta a fare il meglio di se per questo tanto atteso momento...
Il tempo in acqua vola, mi restano in mente: la fatica per remare contro la corrente che ti allontanava in continuazione dal picco; l'acqua diventata marrone dalla notte prima per la pioggia che ricordava tanto il Pororoca coi suoi piranas e le anaconde, tipo 'a Palude del Caimano; le meravigliose, infinite sinistre che ti facevano correre per 200 metri (non mi era mai successo prima) salendo su e giù dall'onda alternando dolcemente bottom a cutback e provando una sensazione incredibile di controllo del mio vecchio anfibio; un noseride che è durato, credo, 30 anni, che mi ha fatto sentire come quel tizio con la barba che si narra un giorno abbia camminato sull'acqua di un "altro" lago; la totale solitudine in cui tutto questo si è verificato, a parte la presenza di due randagiotti, unici simpatici testimoni di questa indimenticabile giornata.

"I find a little locus of energy, a sweet spot, on the wave face and cross-step to the nose of my longboard. I'm only up there for a couple of seconds before the wave flattens and I have to backpedal, but that familiar noseride sensation - of having no surfboard in front of me, like walking on water or flying or, somehow, something in between - lingers, and I find I'm grinning like a fool as I kick out" - Allan C. Weisbecker, In Search Of Captain Zero, www.banditobooks.com

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