Tuesday, July 29, 2008

EXCUSE ME, ARE YOU LEAVING? - 19, 28 luglio 2008 - some California Days by Suisso

Ore 7.00 casa Suisso? No ore 5.30 taxiblu, la cosa da ridere è che mentre io sono in taxi direzione Linate per prendere l’aereo per Los Angeles, alla stessa ora a pochi isolati la banda del buco Sword, e King Bonasia si stanno attivando per scendere in Versilia pronti a varare il pervinca-fish dello Spadaccino. Insomma saremo pure Landlocked ma quando ci muoviamo lo facciamo in gran spolvero.

Viaggio dignitoso con Stewart Alitalia abbastanza cazzari senza calzari.

Ma veniamo al sodo e cominciamo il diario di bordo del tribolato Suisso:

Huntington Beach, 20 luglio 2007

Dopo aver faticato a farmi capire da un commesso idiota di un capanno abusivo adibito a surf shop in quel di Huntington Beach, riesco finalmente a noleggiare un fishozzo mediocre con cui mi butto in acqua sul lato nord del famoso e titanico HB Pier, dove dall’altro lato, nel frattempo, si svolgevano niente popò di meno che gli US OPEN of SURFING, nomi di livello, galline poche, atmosfera molto commerciale.

Messo il primo piede in acqua mi rendo conto che il debutto a stelle e strisce non sarà facile, la corrente spinge forte verso nord, il mare è attivo e pronti via conto almeno una decina di duck dive sotto muri di schiuma che mi riportano al punto di partenza, nel frattempo sono già lontano anni luce dal pontile, riesco ad arrivare in line up con le forze ormai in riserva e passo la giornata a tentare di sopravvivere a continue corse sull’ascensore per l’inferno di 6-7 feet fino a quando la corrente mi porta in un point dove sembra concentrarsi tutta la potenza del pacifico, in testa la prima, in testa la seconda, in testa la terza… mi giro e scappo ma la schiuma dell’infinito set mi travolge togliendomi il respiro, la cosa si ripete tre volte, spaventato riesco a spiaggiare e mi rendo conto di essere almeno 900 metri a nord di dove sono entrato. Parziale della giornata: Pacifico vince su Suisso per K.O.

Riconsegno la tavola e mi godo dal pontile le gesta dei super pro che per aiutarsi ad uscire pensano bene di surfarsi le sinistre fino ad attraversare i pilastri dell’enorme struttura e spuntare sul lato nord, dove la teoria delle correnti del pontile di casa nostra vale anche lì.

Solo ora mi rendo conto della difficoltà e dimensioni delle onde, ma si sa che la scimmia è la scimmia e se non gli dai le noccioline quella continua ad urlare.

Las Vegas, 21-25 luglio 2008

Tra lavoro e tempo libero perdo e vinco qualche dollaro, mi guardo intorno e onestamente l’unica cosa che mi provoca Las Vegas è “ansia”. Mi rimane una bellissima stanza da vero Re e relativa vista dal 32esimo piano.

San Diego, Pacific Beach, 25 luglio 2008

250 miglia di deserto a 100 km/h possono sembrare tanti ma per noi landlocked che saranno mai? Viaggio interminabile che però si conclude con un colpo di culo californiano.

Senza badare a cercare un Hotel mi dirigo diretto senza passare dal via a Pacific Beach, rassegnato a cercare per ore posto per la macchina (è venerdì e sono le 17.30, è in arrivo l’universo) ma il destino vuole che al solito posto degli anni passati riesca a parcheggiare subito, tutto sembra filare liscio ma….

La ricerca della tavola a noleggio mi fa impattare con degli stronzetti californiani neanche tanto giovani che tentano di propinarmi tavole mangiate dal loro chihuahua nel salotto della loro casa fatta di fiammiferi e nani di gesso in giardino, la cosa si ripete tre volte, alla domanda “come sono le onde in sti giorni” la risposta più candida è “non lo so, vai in spiaggia e guarda”, simpatici come una bigbuble sotto la scarpa quando hai appena fatto posare la moquette in pura lana merinos in casa.

Al quarto tentativo, trovo un ragazzino alle prime armi da shop che gentilmente mi propone un bel fish 6.0 x 20 ¾ x non ricordo più, praticamente nuovo a 85 euro per 8gg, la metà di quello che proponevano i club del chihuahua.

Due orette fino al tramonto, non c’è molto ma qualche ondina sui 2-3 feet si surfa, anche qui però vige sovrano il close out che mette in crisi un po’ tutti in acqua.

Tanto per farvi capire il livello di affollamento del posto (affollamento generico, non di surfisti), mentre mi cambiavo alla macchina, mi hanno chiesto in nove “Excuse me, are you leaving?”, una ha anche sostenuto che avevo risposto si, e che era rimasta ad aspettare che me ne andassi!

Comunque soddisfatto vado alla ricerca di un hotel, e li accade il fattaccio.

Colpo di magone clamoroso, mi rendo conto che SD non è un posto per star da soli, troppo grossa, troppo casino e in questa stagione, troppo balneare. Complice del magone è anche la fregatura di un Motel a cifre ragguardevoli con una stanza che puzzava di fumo da far schifo, classico stile arenato agli anni ’70 (quelli brutti però) condizionatore con rumorosità pari a quella della sala macchine del Titanic.

Del Mar, 26 luglio 2008

Memore di belle surfate, decido di sconfiggere il magone andando a Del Mar, mi muovo prestissimo per evitare il vero casino del week end dove i californiani sono tali e uguali a noi, transumanza di suv e mezzi di ogni tipo dai quali scaricano dal cestino della merenda fino a veri e propri catering. Esempio lampante è un gruppo di nerboruti alti come Denny De Vito senza tacchi che, usufruendo dei pali a disposizione, allestisce un campo da beach volley per proprio utilizzo così composto: rete sponsorizzata Bud Light, bindella sponsorizzata Bud Light a delimitare il campo, gazebo 3m x 3m, 6 sdraio da spiaggia, ghiacciaia, boogie board???? e OTTO palloni superpro Mikasa…. come diciamo noi a Nova York…. MA VA A CAGA’ TI E LA BUD LIGHT!

Scusate lo sfogo, torniamo a noi, il mare attivo mi perseguita, stare in acqua non è difficile come a HB ma con marea bassa le onde rompono “dopo 20 secondi…..a unisono mortaaacci loro!!!”, aspetto la alta marea, le cose migliorano onde se ne prendono, ma non è quel mare che ti fa godere a stare in acqua e quando si è soli, il tempo passato a surfare è oro.

Basta ho deciso, anticipo il rientro, previsto per il 3 agosto, a lunedì 28 luglio, troppo casino, muoversi è difficile, il magone è sempre presente e questa SD tutta muscoli e tatuaggi mi ha stufato in un attimo… Non ultimo incrocio una pallavolista molto somigliante a Irene… Va be lo so no non bisogna caderci… ma… è stata la botta finale!

Ah dimenticavo, mentre mi cambiavo stranamente una decina di macchine mi si avvicinano e… “Excuse me, are you leaving?”

San Diego, Pacific Beach, 27 luglio 2008 Mattina

Fatte baracche e burattini scappo dalla sala macchine chiamata motel e torno al pontile di Pacific nella speranza che il mare sia più pulito e non ci sia vento, previsione esatte, pure troppo, anche le onde sembrano essere sparite! Becco un fantastico posto auto autorizzato per la sosta all day long, è l’ultima surfata che me frega, in effetti qualche onda sul metrino è arrivata e si è presa, ma la sfiga continua, tavola croccata!

Il morale è basso come il detto della tigre, del lupo e del tasso, mi rassegno ad una giornata al sole aspettando il giorno della partenza, ma una provvidenziale telefonata a Swordfish cambia tutto.

Il buon Maurizio, mi sprona ad abbandonare SD e scappare verso nord a vedere posti mitici come Malibu e Rincon, non ho niente da perdere, pronti via sono già in macchina, non prima però dei miei quotidiani sei o sette “Excuse me, are you leaving?”, riconsegno la tavola e dopo attento controllo della stessa non vedono neanche il sinistro (tutti bravi li!), in compenso mi danno il ben servito con grazie tutto a posto, peccato aver pagato 8gg e aver riconsegnato dopo soltanto 2gg, va bè gli ho praticamente pagato la riparazione.

Viaggio delirio verso Malibu con incidente evitato per pochissimo dove una macchina è stata disintegrata, code infinite, tamponamenti vari e una fantastica vecchina compagna di banco alle elementari di Rita Levi Montalcini che, a bordo di un SUV, distratta si infila in pieno dentro una macchina parcheggiata con relativo sceriffo e auto illuminata a giorno, coda di 7 miglia proprio quando pensavo di essere arrivato.

Malibu, 27 luglio 2008 tardo pomeriggio

E’ incredibile come in pochi attimi le cose possano cambiare così rapidamente; anche qui do precedenza al surf e non all’hotel che può aspettare, nonostante la marea nera di mute che si agitano fra le perfette barre del mitico spot, voglio entrare subito in acqua, mi dirigo verso un surf rent, da fuori roba da riviera romagnola, kajak ciambelloni, di tutto!

E qui scatta carramba che sorpresa! Una tipa sui quaranta, very nice, very friendly, very gallina mi accoglie con un entusiasmo eccezionale, si chiacchera e mi dice di tenere tranquillamente la tavola per la notte, in modo da poter surfare fino al tramonto e nelle primissime ore della mattina seguente, giorno della partenza, il morale è già rinato....fantastico.

In pochi secondi sono dotato di un long NSP e via più veloce della luce, mi cambio, incasso solo tre “Excuse me, are you leaving?”, entro in acqua e parto a razzo, ma la line up con la bassa marea è veramente là dove osano le aquile!

Arrivo in line up col fiato corto come quello di un ciclista in cima al Pordoi, dopo essermi fatto un culo bionico da sei milioni di dollari, o come direbbe il nostro graduato col naso di Virna Lisi: Me sono fatto un bucio de culo così!!!

Momenti di attesa infinita si alternano a set da 3-4 feet che sfiorano la perfezione, peccato il vento in shore che agita l’acqua e incasina un po’, ma sono piccoli dettagli insignificanti, da notare anche il break che si vede dall’acqua dove in lontananza shortboards ci danno dentro mica da ridere su misure assai più grosse con onde molto più cattive.

Lo spot è popolato da gente veramente cazzuta, a bordo di tavole meravigliose dei più rinomati shaper, io con la mia NSP (New SarchiaPone) mi difendo e prendo il più possibile, bello, bellissimo, sono rinato, il sole tramonta dietro le palme, il locale sulla spiaggia festeggia con musica a manetta… la giornata finisce con la seconda positiva sorpresa, il temutissimo motel si rivela un piacevolissimo posto ristrutturato con stile, unico neo il rumore della Pacific Coast HW ma chi se ne frega.

Malibu mi accoglie a braccia aperte, piccolo, intimo e la pace della domenica sera fa il resto.

Malibu, 28 luglio 2008 Alba

L’eccitazione e la nuova linfa mi fanno svegliare alle 5am, il tempo di avere un po’ di luce e sono in acqua, stavolta il mare è pulito, vento zero, onde un po’ più piccole ma il set che non ti aspetti è sempre dietro l’angolo e se sei nel posto giusto e con un minimo di precedenza, oblitera il biglietto e parti per la corsa più lunga! Due ore e mezza di divertimento, la NSP si difende come può dagli attacchi dei gioielli glassati.

Riconsegno la tavola e incontro il proprietario del piccolo ma essenziale shop, una sana chiacchierata di mezzora mi mette definitivamente di buon umore, posso partire felice per l’aeroporto, non vedo l’ora di incontrarvi!

In conclusione, le vacanze da soli sono complicate ma non impossibili, ma di certo ci vogliono molti fattori positivi e sta volta San Diego mi ha deluso, poca qualità delle onde e anche dei surfisti, sembra quasi che quelli seri abbiano lasciato l’estate ai caciaroni, e forse è proprio così, se poi ci aggiungiamo tutta la marmaglia di gente che popola la zona delle spiagge la frittata è fatta. Fuori stagione sicuramente sa regalare di più.

Malibu per le onde era una garanzia, ma anche tutto il contorno ne fa una bellissima località e l’aria di long è come la Barilla, dove c’è longboard, c’è casa… e lo dice uno che non ha longboard nel suo arsenale.

Un ringraziamento particolare ad Andrea e Maurizio che hanno capito il mio stato d’animo, si sono dovuti sorbire i miei sfoghi depressivi e che mi hanno spronato a non mollare.

Scusate se sono stato prolisso nei report, scrivo durante il lungo viaggio in aereo e ho buttato giù tutto quello che mi passava per la mente.

Suisso


1 comment:

Unknown said...

Semplicemente grandioso!! Anche se non capisco una mazza quando parli in gergo surfistico, per il resto fantastico report. Sembrava di essere li con te!!